Milano, 10 luglio 2017 - 18:37

Tour operator in lotta (per la sopravvivenza) contro i colossi online

La Rete ha rivoluzionato il mercato. Il leader dei tour operator Alpitour ora conta sui capitali di Tamburi e sui vettori di Neos. Uvet punta su acquisizioni e accordi commerciali. E vuole una compagnia aerea

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«La domanda che ci facciamo tutti i giorni: i tour operator sopravviveranno?». Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour, definisce il perimetro del ragionamento per «l’accelerazione del contenuto tecnico», dettata dalla velocità con cui l’informatica e il commercio elettronico stanno rivoluzionando il modo di prenotare i pacchetti vacanze. In meno di cinque anni Alpitour ha assunto più di 40 informatici, tra sviluppatori ed esperti di hi-tech. Tutti a Torino, dove il primo tour operator italiano ha la sua sede centrale, retaggio della storica partecipazione di controllo della famiglia Agnelli, tramite Exor, poi uscita dal capitale.

Il segmento dei tour operator è guidato in Europa dal colosso tedesco Tui, che ha volumi quattro volte quelli di Alpitour. Ma ora è tempo di cambiare, anche grazie all’ingresso nel capitale della banca d’affari di Giovanni Tamburi. Gli straordinari investimenti in adwords di Google delle Olta, delle agenzie online come Booking.com ed Expedia, stanno cambiando il modo di prenotare. C’è una base di clienti che preferisce le agenzie di viaggio, ma sta avvenendo un’importante dis-intermediazione che complica il modo di fare utili in un settore a bassa marginalità.

È necessario equipaggiarsi con economie di scala differenti anche perché gli operatori sono stressati in termini finanziari per ciò che viene definito come anticipo dei pagamenti. Gli operatori comprano in anticipo biglietti di volo e stanze di albergo. Alpitour anticipa in primavera circa 100 milioni di euro per poi rientrare dell’investimento. Alpitour ha anche due controllate che supportano la sua filiera. Voihotels, con i suoi 12 alberghi di proprietà (tra cui 9 in Italia e 3 all’estero in Madagascar, a Capo Verde e Zanzibar) e la compagnia di volo Neos, che ha appena opzionato in leasing altri tre Boeing 787 per operare tratte intercontinentali.

Il caso Uvet

«Noi siamo ancora marginali. Ma stiamo crescendo. E l’acquisizione di Settemari lo dimostra». Luca Patanè, presidente di una conglomerata che spazia dagli eventi alla gestione di villaggi turistici, fino alla vendita di biglietti via Internet, al call center e ai viaggi aziendali (dove Uvet è di gran lunga il principale operatore di mercato in Italia), ha fatto capolino anche nel segmento dei tour operator. Per ora un attore residuale (per un giro d’affari circa 80-90 milioni all’anno) ma con la volontà di crescere per scalfire il primato di Alpitour. Ha appena acquistato Settemari, una realtà torinese di nicchia. Ma gli investimenti si stanno concentrando anche sul segmento online in grande crescita, con la vendita dei biglietti aerei e di camere d’albergo. Sia pure con margini risicati, dell’1,5%.

Il canale delle agenzie di viaggi però sta battendo in ritirata. Nell’ultimo anno hanno chiuso circa 200 agenzie, per effetto del cambio generazionale, e ora la rete di Uvet ne conta 1.200 circa. Eppure i ricavi crescono: nel 2016 si sono attestati a 2,4 miliardi di euro. Un buon 30% arriva proprio dal segmento turismo inteso come agenzie di viaggi e tour operator. «Investiamo 2 milioni di euro all’anno in tecnologia — spiega Patanè — per essere raggiungibili sui motori di ricerca nella comparazione di offerte di voli e alberghi».

Uvet, come Alpitour, compra in anticipo pacchetti di biglietti che poi rivende a privati ed aziende, trattenendo un margine di intermediazione. Il sodalizio con American Express le ha permesso sinergie nei sistemi di pagamento che le consentono di garantire anche un risparmio al cliente rispetto alla vendita diretta dei biglietti da parte delle compagnie. La prossima scommessa potrebbe essere proprio un vettore. «Abbiamo presentato una manifestazione di interesse per Blue Panorama», dice Patanè. La compagnia aerea ora è in amministrazione straordinaria.

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